Quella porca di mio nipote Sacha

Racconto di Vito con la collaborazione di Sacha –  Mi piace un sacco il mio lavoro. Con il mio camion trasporto prodotti freschi dalla Campania alla Lombardia, due volte alla settimana. Lo faccio da molti anni e viaggio da solo rispettando le ore di guida imposte dalla legge.  Sono un lettore voracissimo. Leggo di tutto, dai romanzi ai giornali di ogni tipo.

Alla soglia dei sessant’anni, possiamo dire brutto e grasso con la mia stazza sui cento chili, non ho la possibilità di trovare una compagna, così sfogo i miei istinti con le puttane. Prima andavo dove capitava, adesso mi fermo una volta a settimana da Olga, una rumena non più giovane e in carne che mi fa scopare con servizietto incluso con soli 30 euro. È sempre in un parcheggio per camion. Sale in cabina e facciamo tutto nel lettino dietro. Non è bella, anzi, ma ci sa fare parecchio. Mi soddisfa.

Lo scorso anno a maggio mi chiama mia sorella, incavolatissima con suo figlio Sacha, per via del fatto che frequentava brutte compagnie e mi chiede se posso farle l favore di portare via con me suo figlio per i mesi estivi. Nel suo piano lui dovrebbe aiutarmi a scaricare e a caricare, gratis. Ma lo terrebbe lontano da quelle brutte compagnie.

Come a faccio a dire di no a mia sorella? Sacha è un ragazzino tra i 14 e i 15 anni che ha appena fatto la prima superiore con voti eccellenti. È molto che non lo vedo ma lo ricordo un po’ effemminato, molto educato che parla solo italiano. Non è certo il caso di lasciarlo rovinare dalle cattive compagnie.

Rimaniamo d’accordo che dal prossimo viaggio lo porterò con me. Appuntamento lunedì mattina a casa mia alle cinque. Sacha arriva puntualissimo accompagnato dalla madre. Me lo ricordavo bene. Minuto, capelli lunghi e decisamente effemminato. È gracilino, magro e abbastanza alto. Mia sorella me lo affida con la raccomandazione di tenerlo al sicuro.

Prima andiamo a caricare poi partiamo per Milano. Sacha è molto silenzioso. Al carico si è dato parecchio da fare. Non ha lesinato le forze. Ma adesso è li, con le gambe tirate al petto e un broncio incredibile. “Allora, raccontami di te” gli dico nel tentativo di rompere il ghiaccio. “Mia madre ti ha detto perché ti ha chiesto di portarmi con te?” mi risponde. Gli dico la verità. Lui ride. “No, non frequento cattive compagnie ma frequento ragazzi più grandi di me con i quali faccio sesso”. Poi d’impeto continua: “Sono tutti bravissimi ragazzi, tutti laureati ma che non si fanno problemi sulle mie tendenze, sulla mia età e su tutte quelle cose moraliste che piacciono tanto a tua sorella. Ci divertiamo e ci diamo piacere reciprocamente. Ecco le cattive compagnie di cui parla mia madre”.

Rimango di stucco e senza parole per la brutale franchezza con cui in poche frasi ha raccontato tutto se stesso e quello per cui sua madre lo ha affidato a me. Stavo ancora rimuginando su quale risposta dare a tanta franchezza che Sacha mi anticipa. “Ti da fastidio che io sia gay?” mi chiede. “Assolutamente no” gli rispondo. “Non ho nessun pregiudizio” ribadisco deciso. “Sei mai stato con un ragazzo gay o con una transessuale durante i tuoi viaggi?” mi chiede sfacciatamente. Sacha è di una franchezza incredibile. “No, non mi è mai capitato” gli rispondo. “Come mai?” mi chiede. “Non lo so, forse perché preferisco le donne” gli rispondo di nuovo. “Non ricordo di averti mai visto con una donna” ribatte insistente. “Vado a troie” gli rispondo seccato. Sacha capisce che non è il caso di insistere e si richiude di nuovo in se stesso.

Per due settimane il discorso rimane in sospeso, fino a quando non decido di fermarmi da Olga per un veloce pompino. Mi fermo nel parcheggio e chiedo a Sacha se mi fa la cortesia di scendere per far salire Olga. Lui sorride e scende. “Vado a fare un giro, fai con calma” mi dice. Olga arriva quasi subito, non ha molti clienti. La concorrenza giovane e carina picchia duro. Sale sul camion, andiamo dietro e scopiamo con aborrata finale in bocca.

Una volta fatto, la pago e lei scende dal camion. Mi aspetto di veder risalire Sacha ma non arriva. Scendo dal camion per vedere dove è finito. È quasi buio giro per il parcheggio pieno di mezzi e ala fine vedo qualcosa dietro a un camion con rimorchio. Mi avvicino e vedo Sacha in ginocchio che stava facendo un pompino a un autista più o meno della mia età e nello stesso tempo si masturbava. Istintivamente mi arrabbio “Sacha” urlo, “che cazzo stai facendo”. E poi rivolto all’autista “e tu porco, è solo un bambino”. Finisco appena di parlare che sento il porco gemere, lo vedo afferrare con tutte e due le mani la testa di Sacha e lo vedo scoparlo in bocca. Capsico che stava sborrando in bocca a mio nipote. Mi blocco. Non so cosa fare. Capisco che anche Sacha sta sborrando poi lo vedo che sputa tutta la sborra in terra mentre l’altro si tira su i pantaloni. Io sono bloccato. Il tipo rivolto verso di me mi dice “cazzo che pompino mi ha fatto. Quello che tu chiami bambino è una gran troia. Adesso me lo scoperei, anzi, con quel culetto me lo scoperei per un giorno intero. Pensa che lo avevo preso per un prostituto e invece pure gratis si è fatto sborrare in bocca”. 

Dovevo immaginare che lasciare che Sacha girasse per il parcheggio poteva passare per un prostituto o che qualcuno ne potesse approfittare. Ci dovevo proprio pensare. Mi avvicino, prendo Sacha per un braccio e lo porto via. Andando verso il camion mi giro verso di lui è vedo che ha un po’ di sborra di fianco al labbro. “Pulisciti che sei sporco” gli dico indicando su di me il punto dov’era sporco. Lui passa con un dito, raccoglie la sborra e si mette il dito in bocca. “Buonissima”.

Quella scena di Sacha in ginocchio e dell’energumeno che lo scopava in bocca e infine gli sborrava dentro mentre anche lui veniva mi era rimasta impressa e ogni volta che ci pensavo avevo un’erezione. Più mi vergognavo e cercavo di allontanarla dalla mia testa e più la mia testa e il mio cazzo finivano li.

Sacha stette in silenzio per tutto il viaggio di ritorno e sinceramente pensavo che non sarebbe tornato a fare un viaggio con me. Anzi, visti i miei pensieri quasi ci speravo. Cazzo, era mio nipote, figlio di mia sorella, sangue del mio sangue, era ancora un bambino e la mia mente finiva per farmi sognare di essere io al posto di quel tizio. Anzi, la mia mente depravata andava più avanti facendomi sognare di incularlo. Ripensavo a quello che aveva detto quel tipo ed effettivamente aveva un gran bel culetto. Poi con quei lineamenti femminili, quella bocca perfetta, senza un pelo di barba, cazzo, le pensavo tutte. E il mio cazzo era sempre più duro. No, era meglio se non veniva. Passai tutta la sera a vedere spezzoni di film gay su internet e mi feci tre seghe.

Invece il giorno dopo era lì, puntuale come un orologio svizzero. Mentre caricava gli guardavo il culo e per la prima volta mi accorsi che i ragazzi del mercato flirtava con lui. Ripensandoci col senno di poi lo facevano dall’inizio, ma io me ne ero accorto solo adesso che avevo una erezione solo a guardarlo piegato. Mi vergognavo come un cane ma non potevo farci niente.

Partiamo e lui subito tira fuori il discorso. “Mi dispiace per l’altra sera. Quel tipo mi ha abbordato e io ci sono stato. Ne avevo voglia, una gran voglia. Il mio fisico non sa resistere per molti giorni senza sesso. Se non fossi arrivato probabilmente sarei salito sul suo camion e mi sarei fatto scopare”. Non sapevo cosa dire. Le mani mi tremavano sul volante. “Cosa provi a farti sborrare in bocca?” gli chiedo con la voce tremante. “Non lo so, mi piace sentire il piacere dell’uomo, mi da piacere e vengo. Ma poi mi piace fare tutto il resto”. Faccio finta di non capire e gli chiedo cosa sia tutto il resto. “Poi mi piace farmi prendere, essere penetrato”. Poi mi spiega che lui si sente femmina e che essere penetrato gli provoca un immenso piacere. Mi spiega che più viene preso con forza e più prova piacere.

“Ma tu davvero non hai mai provato con un uomo passivo?” mi chiede. “Fino a ieri ho sempre pensato che fosse contro natura, che non fosse eccitante” gli rispondo. “Cosa è cambiato ieri?” ribatte Sacha. Ci penso un attimo e poi dico che “rimango dell’idea che inculare un uomo non è eccitante, ma inculare una ragazza con il pisello lo è moltissimo”. Lui sorride. “Hai mai pensato di andare con una transessuale? Ce ne sono tante che si prostituiscono” mi chiede. “Una volta ci sono andato molto vicino ma poi quando l’ho guardata da vicino mi è passata la voglia. Era più un travestito che una transessuale. Poi non ci ho più pensato”. Sacha coglie la palla al balzo e sfacciatamente dice “fino a ieri, perché da ieri ci pensi vero?”. Non rispondo, mi vergognavo troppo.

Rimase in silenzio per metà viaggio, ma non dormiva come faceva di solito. Lo vedevo che pensava, che rimuginava qualcosa. Avevamo appena passato lo snodo di Bologna quando mi dice: “ti propongo un patto di mutuo soccorso”. Lo guardo e gli dico “che cazzo è un patto di mutuo soccorso?”. E lui: “io ho bisogno di fare sesso, ne ho davvero bisogno. Tu hai bisogno di fare sesso tanto che vai con una vecchia e brutta puttana. Ti propongo di aiutarci a vicenda. Fammi essere la tua puttana”. La cosa mi prende del tutto alla sprovvista e lo zio che è in me mi dice di rifiutare, il porco che è in me invece mi dice di accettare. “Guarda che non facciamo del male a nessuno” mi dice Sacha cogliendo il mio momento di imbarazzo. “Si ma sei mio nipote e per di più sei poco più di un bambino” gli dico. “I miei amici non pensano che sia un bambino ma una femmina e mi trattano come tale. Perché non ci provi anche tu?” mi risponde. Non dico niente. Arriviamo a Milano e cominciamo il giro delle consegne.

È il tardo pomeriggio quando riprendiamo la via di casa. Sono stanco e poi mi devo fermare. Mi fermo nel primo autogrill. Andiamo al bar, poi vado al bagno. Con i fazzoletti umidificati mi pulisco per bene, come faccio sempre, poi torno al camion. Sacha e lì che mi aspetta. “Mi devo stendere” gli dico e vado nel lettino. Mi butto giù ma non dormo, penso a quello che mi ha proposto Sacha e ho una erezione. Poi vedo la tendina scostarsi e Sacha entrare nella confortevole cabina letto. Si mette in ginocchio e si toglie la maglietta. Non dico niente. Vede bene il suo corpo completamente libero dai peli, liscio. Poi con una manovra che non so descrivere si toglie anche pantaloni e mutande. È completamente nudo. Ha una erezione ma il suo pene è davvero piccolo. “Se non decido io tu non lo farai mai” mi dice. Ha ragione. Mi slaccia i pantaloni e me li abbassa. Sollevo il culo e mii abbasso le mutande. “Che bella erezione, che bel pene” dice Sacha. Poi lo prende con una mano e comincia a masturbarmi lentamente. È molto eccitante. Poi Sacha si abbassa su di me e lo prende in bocca. Comincia un pompino come sinceramente non ricordavo di aver mai avuto. La sua lingua è un’arma di piacere per la mia cappella, la sua bocca morbida e accogliente è un piacere indescrivibile. Ci metto poco a venire. Gli prendo la testa con tutte due le mani e lo blocco mentre mimo una scopata nella sua bocca. Sborro come un cavallo e lui ingoia tutto, ma a cercare anche le gocce cadute sulle palle perché non riusciva a bere tutto. Poi allunga la mano sul suo pene e si masturba. “Voglio vedere quando vieni” gli dico. Lui si gira sul fianco mostrandosi e dopo pochi secondi sborra molto copiosamente sulla mia coscia.

Sono ancora arrapatissimo. Sacha mi prende di nuovo il cazzo in bocca e comincia a spompinarmi. È bravissimo e nel giro di pochissimo ho di nuovo il cazzo duro come il marmo. Sacha era pronto a tutto. Allunga la mano fuori dalla tenda e come per magia spunta una scatola di preservativi e una boccetta che al momento non so cosa sia. “Lascia fare tutto a me” mi dice Sacha. Mi infila un preservativo, poi mi spruzza sul cazzo un po’ di quella cosa che c’è nella boccetta, che poi ho capito essere un lubrificante, e mi si mette sopra. È davvero molto bello, molto bella, una femmina con il pisello, di nuovo duro anche il suo. Si accomoda per bene sopra di me, poi prende il mio cazzo con una mano e se lo punta sul buco. Lo mette dentro un po’ e poi si abbassa lentamente sul mio uccello. Lo prendo per i fianchi mentre lui comincia a muoversi su e giù. Quando il mio cazzo entra tutto lui comincia a gemere. Sembra una piuma, lo sto impalando senza il minimo sforzo. Poi ricordo che lui mi ha detto che gli piace essere preso con durezza e allora comincio a fare pompate ogni volta che si abbassa. Capisco che gli piace perché i suoi gemiti diventano quasi urla. Istintivamente gli prendo il piccolo cazzo e lo masturbo. Sta impazzendo e adesso veramente urla. Poi viene sulla mia pancia. Si abbassa su di me ne mi bacia. Non avrei mai pensato di baciare un uomo invece sono qui con Sacha che mi sta succhiando la lingua mentre con i fianchi continua a muoversi su e giù. Continua a baciarmi mentre io al massimo della eccitazione gli vengo dentro. Avrei voluto venirgli di nuovo in bocca, mi eccita da impazzire, ma non ce l’ho fatta a trattenermi. Glielo dico e lui per tutta risposta mi sfila il preservativo e prima lo svuota nella sua bocca, ingoia tutto poi si abbassa su di me e lecca tutto il resto.

È come se avessi preso una di quelle pillole blu, il mio cazzo è di nuovo duro e io ho una voglia pazzesca di scopare ancora Sacha. Ma lo voglio alla missionaria. “Cavolo che ripresa che hai” mi dice Sacha. “Sei tu che sei arrapante” gli rispondo. Lo prendo di forza e lo sbatto sul lettino. Gli vado sopra mentre lui allarga le gambe per accogliermi. Lui prende il mio cazzo con la mano e lo dirige verso la tana. “Cazzo non ho il preservativo” gli dico quando ormai avevo la cappella dentro. “Spingi” mi dice lui “sei mio zio e per una volta voglio sentire lo sperma dentro di me”. Do una spinta secca ed entra tutto fino in fondo facendolo gemere. Quei gemiti sono davvero una cosa super eccitante. Sembra davvero una donna. Sacha è bellissimo sotto di me, una gran figa. Mi abbasso e lo bacio, poi gli sollevo le gambe e comincio a scoparlo con estrema forza, una monta. Lui quasi urla di piacere e sborra di nuovo. È incredibile vederlo venire. È molto eccitante. Lo monto per un bel po’ quando sento che sto per venire. Sacha si accorge “vienimi dentro, ti prego, vienimi dentro”. Non c’era bisogno che lo dicesse. “Ti sborro dentro troia” gli dico mentre la mia sborra lo riempie. “Dimmi ancora che sono la tua troia” mi dice Sacha. “Sei la mia troia”.

Sono passati anni da allora e Sacha è diventato sempre più femmina. È rimasto la mia troia e io sono orgoglioso di avere per nipote una delle più belle ragazze con il pisello d’Italia.

Per contattare Sacha: sacha.napoli(chiocciola)libero.it

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